Salve!!! La protezione della propria email, è un passo fondamentale da compiere. Non si può assolutamente lasciare libero il passaggio ad occhi indiscreti, che scrutano fra tutte le nostre mail ed i nostri appunti.
Un errore che spesso si compie, è certamente quello di inserire frasi assolutamente facili da indovinare nelle “Risposte Segrete“, attraverso le quali chiunque, dato un indirizzo di posta elettronica, può ottenere le credenziali di accesso.
Per fare un esempio, non molto tempo fa l’account di posta elettronica di Sarah Palin è stato violato. Tutto quello che è bastato sapere agli hacker per accedere all’account, sono stati la data di nascita, il codice postale e alcuni altri dati minori, tutti reperibili con una semplice ricerca su Google. Detto fatto, hanno fatto discutere l’intero mondo, proprio quando la Palin era nel suo miglior momento nelle presidenziali americane del 2008.
Un consiglio per rendere quasi impossibile l’individuazione casuale della risposta segreta, è quello di usare una risposta assolutamente non inerente alla domanda. Ad esempio, se viene chiesto “il nome del primo animale domestico“, non impostare “Fuffy” come risposta, nome semplice da individuare se si possiedono nostre informazioni, bensì “Penna USB“, oggetto che non ha alcuna relazione con la domanda. Naturalmente, questo metodo ha una contro-indicazione: come una vera e propria seconda password, bisogna ricordare la risposta segreta, che però, proprio per questa non relazione fra domanda-risposta, può essere dimenticato.
Un’altro trucco, può essere quello di pensare ad un colore e un numero (con più di una cifra) che ci ricorda la risposta. Ritornando all’esempio precedente, se penso ad un ipotetico cagnolino “Fuffy“, mi ricordo del suo anno di nascita ed il colore a cui lo associo è il blu. Quindi la mia risposta segreta sarà “Fuffy blu 2006“. Metodo lungimirante che può rappresentare un buon rapporto memoria-sicurezza.
Altro tallone d’Achille negli errori più comuni, è l’inserire una password facile da azzeccare. Molti inseriscono il proprio nome, il proprio cognome o il numero di cellulare, altri invece digitano parole apparentemente senza significato, ma che poi, guardando la tastiera, risultano essere davvero semplici “qwerty” o “12345“.
Le password devono essere difficili da indovinare ma semplici da ricordare. Ci sono un’infinità di metodi, più o meno efficaci, per costruire una password che abbia questa qualità. Uno fra tutti, è quello di operare una sostituzione di numeri al posto di lettere.
Ad esempio, la parola “italiano medio“, diventa “1t4l14n0 m3d10“, poiché si sostituiscono alle “i” il numero “1“, alle “a” il numero “4“, alle “o” il numero “0” (zero), alle “e” il numero “3“. Ed ancora, si potrebbero sostituire le “s” con il numero “5” o ancora le “t” con il numero “7“. Si può ancora complicare questo metodo, creando delle combinazioni davvero ottime nel già citato rapporto memoria-sicurezza.