Perché la RAM deve essere volatile?

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Forse a causa del fantastico album “Random Access Memory” dei Daft Punk, diverse persone mi hanno chiesto il perché la RAM debba essere volatile. In questi termini, con volatile si intende il fatto che, una volta spento il computer, e quindi non viene più data energia elettrica a tutti i componenti che lo formano, la RAM perde (talvolta parte) delle informazioni in essa contenute.

E qui si ritorna alla domanda: perché la RAM deve essere volatile?

Sebbene esistono e sono esistite diverse tipologie di RAM non volatili (come le NVRAM, solitamente usate in modem e router Wi-Fi), le RAM utilizzate nei computer lo sono. Ed il perché è dovuto ad un fatto strettamente legato alla fisica.

Non tutti sanno che in una memoria non volatile le informazioni vengono salvate in di due stati separati da un livello di energia molto elevato rispetto a qualunque altra influenza ambientale. Per cambiare le informazioni, quindi, è necessario spendere più energia di questo livello.

In fisica, spendere più energia equivale sempre a maggiore tempo per accumularla da qualche parte e calore, che si genera sempre in questi casi per le leggi fondanti la termodinamica.

I costruttori di hardware possono però scegliere il livello di energia che ci vuole per sovrascrivere informazioni. Nei componenti “volatili“, si abbassa questo livello in modo da rendere più rapida la scrittura delle informazioni con il minor costo di tempo possibile.

In altre parole, l’unico modo ad oggi conosciuto per rendere le RAM veloci e performanti tanto quanto servono ai nostri computer per effettuare operazioni di basso livello è mantenere bassa la differenza fra i due stati. E questa esigenza si paga rendendo suscettibile a cancellazione di dati i nostri dati una volta spento il computer.

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