Come convertire djvu in PDF gratuitamente

Ultimamente, PDF e ePub stanno abbondando. Ciò è probabilmente dovuto all’esponenziale aumento di dispositivi per leggere libri, che appunto si trovano sempre nei suddetti formati. Altra formato, meno comune dei precedenti ma ugualmente utile è il djvu. La meno popolarità, dovuta certamente al fatto di essere meno supportato rispetto ai concorrenti, porta alla domanda: come convertire i djvu in PDF?

Uno dei modo più efficaci per effettuare la conversione viene dato da una applicazione gratuita dal nome non fraintendibile, WinDjvuView. Esso serve esclusivamente per la lettura dei file djvu.
In accoppiata a questo software per la conversione, basta usare PDFCreator. Già recensito qui su Sparkblog.org, PDFCreator è una applicazione che permette di convertire un qualunque documento che è possibile mandare in stampa in PDF.

L’idea è quindi semplice:

1. Leggere/aprire i file djvu da convertire con WinDjvuView;
2. Mandarli in stampa i suddetti file cliccando su “File” -> “Stampa” e scegliendo “PDFCreator” come stampante;
3. Nella finestra di dialogo, digitare il nome dare al PDF e scegliere dove salvarlo;

Finito! Il nostro djvu è ora un PDF a se stante.

Link | WinDjvuView

Come ottimizzare il proprio SSD con Tweak-SSD free

Gli Solid State Drive (SSD) hanno percorso una lunga strada da quando la prima generazione è apparsa sul mercato. Oggi le cose sono cambiate, dalle prestazioni ai prezzi. Una delle cose che non cambia, almeno per ora, sono le procedure per una buona pulizia degli SSD.

Uno dei software che fa meglio questo lavoro è Tweak-SSD free.

È possibile cliccare sul pulsante “Start SSD optimization wizard” per passare subito a configurare in maniera guidata le impostazioni. Ecco un elenco parziale delle ottimizzazioni suggerite per nostra convenienza:

  • Disattivare il Windows Prefetcher e Superfetch;
  • Disattivare l’indicizzazione dei file di Windows;
  • Conservare i file di sistema nella memoria;
  • Utilizzare un file cache di grandi dimensioni;
  • Non limitare l’utilizzo della memoria NTFS;
  • Disattivare l’ibernazione di Windows;
  • Disattivare la Deframmentazione automatica;
  • Disattivare il programma di compatibilità di Windows;

Ogni funzione disponibile è elencata con una breve descrizione la quale spiega il motivo che sta dietro all’impostazione suggerita. Il programma dispone anche di un modulo per l’ottimizzazione TRIM per migliorare le prestazioni, ma che è disponibile solo nella versione registrata (che è acquistabile per circa 10 €).

Link | Tweak-SSD free

Come migliorare la qualità del suono di Spotify con Equalify

E dopo aver parlato di come diminuire lo spazio di cache a sua disposizione, torniamo a parlare di Spotify, questa volta riguardo alla musica. Di default, Spotify non include alcun tipo di opzione di un certo livello per Settare al meglio l’ascolto. Se ne sente il bisogno soprattutto quando si ascoltano canzoni con bassi “profondi” o, al contrario, alti poco cristallini.

Ecco quindi che in aiuto dell’utente arriva Equalify. Applicazione assolutamente gratuita, Equalify è un equalizzatore a 10 bande che si integra direttamente con il client Spotify per Windows (attualmente, non sono supportati altri sistemi operativi). Noteremo questa forte integrazione dal collegamentoEQ” accanto al modulo di ricerca nell’applicazione. Cliccando su questa icona, viene attivato l’equalizzatore, o chiuso nel caso in cui fosse già attivo.

Una volta attivato, si può iniziare a modificare i valori di default, aumentando o diminuendo i bassi, per esempio. Chi non ha molta dimestichezza con queste opzioni, può affidarsi ad alcuni valori predefinite. Alcuni “Preset” disponibili sono “Bass“, “Classica“, “jazz” o “Voice“.

Link | Equalify

Come ridurre lo spazio occupato dalla cache di Spotify

Spotify è un servizio davvero fantastico, sbarcato recentemente anche in Italia, che permette lo streaming audio di canzoni su PC gratuitamente. Al fine di ridurre il consumo di banda di rete, Spotify crea una cartella contenente cache sul disco rigido per memorizzare file temporanei di interi brani o di frammenti. Questa cartella, con le impostazioni di default, può usare fino al dieci per cento dello spazio libero sul disco rigido, che è veramente tanto! Ecco come abbassare il suddetto valore per liberare spazio sul disco rigido:

1. Aprire Spotify e andare su “Preferenze” (Per gli utenti Windows, cliccare su “Modifica” e selezionare “Preferenze“. Per gli utenti Mac, cliccare su “Spotify” e selezionare “Preferenze“);

2. Scorrere verso il basso per trovare la sezione cache;

3. Qui, è possibile modificare il percorso della cartella, se necessario, utilizzando il pulsante “Sfoglia…“. In caso non sia di alcun beneficio spostare la directory della cache, lasciare il percorso del file così com’è;

4. Per regolare effettivamente la dimensione della cache, è sufficiente modificare la seconda opzione. Cliccando su di essa, compare uno slider che può essere trascinato verso un particolare valore di GB. Tale valore può scelto da 1 GB a 100 GB;

5. Spotify salva automaticamente tutte le modifiche apportate a questo menu, così come a tutti gli altri, per cui si può subito tornare alla musica.

Finito!

Come installare CoffeeScript in Windows con Sublime Text

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Più passa il tempo, più CoffeeScript arruola seguaci e amanti della “sugar syntax” per Javascript. A conferma di ciò, è il fatto che la principale pecca, a detta di molti programmatori e web designer, è proprio la sintassi di Javascript, pomposa in quasi tutti gli aspetti (“;” alla fine di quasi tutte le istruzioni, parentesi graffe “{}” in ogni dove) e che provoca istruzioni lunghe e talvolta poco leggibili anche solo per iterare un semplice array.

Capire quindi perché CoffeeScript sta riscuotendo un buon successo, non è difficile. Ciò che può risultare difficile inizialmente, nonostante la presenza di tanta documentazione sparsa per il web, è capire come installare CoffeeScript per usarlo in Windows ed in particolare usando l’editor di sviluppo Sublime Text.
Il metodo certamente più semplice, è quello di usare il celeberrimo framework node.js ed il plugin per CoffeeScript. Ma svisceriamo i passaggi uno per uno:

1. Installare node.js;
2. Scrivere sul terminale/command prompt di node.js il comando:
npm install -g coffee-script
3. Aggiungere ai path assoluti (ecco una guida) il percorso:
C:\Program Files (x86)\nodejs\node_modules\
4. Scaricare ed installare il “Sublime Package Control” (leggere questa pagina);
5. Scaricare la sintassi per Coffeescript (CTRL+Shift+P, scrivere “install”, premere invio da tastiera, digitare coffeescript e installare il plugin per la sintassi);
6. Andare in “Preferences…” -> “Browse Packages…“, aprire la cartella “CoffeeScript\Commands“;
7. Aprire il file “CoffeeScript.sublime-build” e modifica le righe originali con le seguenti:
{
“cmd”: [“coffee.cmd”,”-c”,”$file”],
“file_regex”: “^(…*?):([0-9]*):?([0-9]*)”,
“selector”: “source.coffee”
}

8. Creare un coffeescript per testare il funzionamento, ad esempio il codice:
console.log “Hello world!”
9. Salvare il file con l’estensione*.coffee“, quindi pigiare da tastiera la combinazione CTRL+B;
10. Dovremmo trovare nella stessa cartella in cui si trova il file “*.coffee” il file “*.js” compilato.

Finito! In caso di errori, consiglio di riavviare Sublime Text e assicurarsi di aver ben digitato il “PATH”, prestando attenzione ai “;” fra una istruzione e l’altra.